Secondo me è meglio non fare troppo affidamento sulla
lontananza disse il Ragazzo Corvo.
Haruki aveva ragione.
L a mia lontananza era stata inutile sotto molti punti di
vista.
Non era servita, ad esempio, a far svanire in me il senso di
inadeguatezza nei confronti della vita. Di quella vita che produce e consuma.
Io sapevo produrre parole e consumare parole. Quanto costano le parole al
grammo? Non lo sapevo e ancora non so quantificarlo. Haruki aveva ragione. Km
di distanza moltiplicati per il numero dei giorni in cui ero stato lontano da
casa davano un risultato insulso. O almeno io di quel risultato non sapevo che
farmene. Forse un commercialista avrebbe potuto ricavarne un’improbabile
dichiarazione economica per qualche sussidio. Un sussidio per i “distanti” –
Questo ragazzo è così distante… data la crisi economica lo stato dovrebbe
provvedere… degli ammortizzatori per sostenerlo data la fascia
sensibile..bla..bla…bla…
Oppure un avvocato avrebbe potuto farmi risarcire- questo
ragazzo ha fatto affidamento sulla lontananza per riprendersi quella porzione
di vita che gli spetta. Ha percorso km e km per sentirsi lontano, ma la vita lo
ha seguito impedendo che ciò accadesse concretamente. Il mio assistito chiede
quindi di essere risarcito per un totale di 10 grammi di parole dalla parte
imputata vita perché non ha potuto godere dei benefici della lontananza ai
quali egli ambiva col fine di garantirsi adeguatezza e ristoro presso una nuova
vita che non consuma e non produce, semmai avvicina ed allontana. Sì perché il
mio assistito cercava di allontanarsi dal suo unico ruolo possibile in quella
vita , ossia quello di produttore e consumatore di parole. No Vostro Onore, lui
non anelava tale progetto di vita , bensì si allontanava da questo. E la vita
qui imputata sovente lo seguiva. Non lo lasciava andare. E oggi lui chiede che
questo suo progetto possa andare avanti senza più disturbo. Chiede che gli
vengano risarciti i danni generati dal
tempo perduto e pagati i costi affrontati per la mia onerosa parcella. Tutto
per poter ritornare finalmente alla sua tanto ambita lontananza, per sentirsi
felicemente distante.
Commercialisti e Avvocati permettendo, Haruki aveva ragione.
E soprattutto io continuavo a non sapere cosa farmene di
quel risultato: Un Milione.
Poi capii.
Ero scappato da casa
100 giorni prima. Avevo percorso 10.000 km. Avevo un milione tra i piedi o sui
piedi . Avevo un milione sulle spalle. Avevo un milione nei polmoni e nella
bocca. Avevo camminato senza mai guardarmi dietro. Avevo portato pesi senza mai
lamentarmi o accasciarmi al suolo. Avevo risparmiato fiato e parole. Per km e
km…
Avevo un milione negli occhi che non avevo mai chiuso. Avevo
un milione stretto nelle mani indurite dai calli. Sono piccolo e per me un
milione è grandissimo. Ero felice di sapere che ero diventato grande.
Haruki aveva torto marcio.
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